I tartufi dolci rappresentano un piccolo dessert molto apprezzato in tutto il mondo. Sai come sono nati? Oggi ripercorriamo la storia della loro invenzione… o, possiamo dire, della loro scoperta!

I tartufi dolci sono uno tra i primi esempi virtuosi di sostenibilità in cucina. La versione piemontese deve i propri natali a Oscar Sebaste. Il tartufo dolce piemontese, infatti, nacque proprio nella nostra azienda: fu Oscar a immaginare un modo per valorizzare lo sfrido del taglio del torrone Sebaste, realizzato con le nocciole. Unendo parti altrimenti scartate della preparazione principale a rimanenze di cioccolato e cacao, riuscì a ottenere un impasto profumato. Anziché ammorbidirlo con la panna, come consuetudine ai suoi tempi, usò la pasta di nocciole.

La base ottenuta mescolando gli ingredienti veniva colata all’interno delle torroniere spente. Sfruttando il calore residuo, l’impasto si amalgamava perfettamente. Il risultato doveva soltanto essere lavorato: schiacciandone un po’ tra le dita, assumeva proprio l’aspetto di un tartufo, l’oro di Langa. A questo, forse, si deve l’origine del nome.

Il tartufo dolce piemontese, al contempo morbido e croccante, ha un sapore caratteristico che sposa l’eleganza della nocciola al gusto più rotondo e robusto del cacao. Caratterizzato da una dolcezza mai stucchevole, e da un’armonia di note aromatiche perfettamente bilanciate, presto diventa un simbolo della tradizione dolciaria piemontese.

Così, un dolce nato per evitare sprechi (in tempi ben lontani dai nostri, e dalla quotidiana ricerca di sostenibilità) si è ritagliato un posto da protagonista tra i più apprezzati dessert a livello internazionale.

La leggenda francese

Per molti i tartufi dolci sono nati per mano di Louis Doufur, celeberrimo pasticcere francese. Pare che durante la vigilia di Natale del 1895 questi si fosse ritrovato senza più nemmeno un cioccolatino. Un bel problema! C’è da dire che né Doufur, né i suoi collaboratori (5 pasticceri francesi, 3 svizzeri, 2 belgi, 1 italiano e 1 spagnolo) si persero d’animo. Spinti da un incessante richiesta da parte dei clienti, raccolsero gli scarti di altre preparazioni. Ottennero un impasto variegato, principalmente composto da cioccolato. Lo lavorarono ricavando dolci di forma sferica, sui quali spolverarono del cacao in polvere. Ispirati da una delle delizie del vicino Piemonte, lo battezzarono Truffe au Chocolat.

Frutto del caso o brillante invenzione, la nascita del Tartufo dolce fu un successo fin da subito: tanto che dalla bottega di Chambery presto attraversò il mare per sbarcare prima a Londra, poi nel resto d’Europa e infine in tutto il mondo.

Tartufi di tutto il mondo

Tra le varianti più comuni del Tartufo Dolce, spiccano senza ombra di dubbio quella svizzera, la versione francese e quella americana. Il tartufo svizzero è preparato combinando cioccolato fuso, panna bollente e burro. La forma è ottenuta utilizzando stampi studiati ad hoc. I cugini d’oltralpe prediligono utilizzare panna fresca, cioccolato fuso e una generosa spolverata di cacao. Gli americani lo cucinano in modo diverso: il ripieno può essere di puro cioccolato, o di una sfoglia croccante e burro d’arachidi. Anche la forma oltreoceano differisce da quella alla quale siamo abituati: è generalmente ovale, più simile a un ovetto che a un vero e proprio tartufo.