La nostra storia di famiglia inizia nel 1861 a Bra. Inizia con un trovatello abbandonato presso la ruota dell’Ospedale.

Iniziò tutto a Bra. Il 23 ottobre l’Italia unita compiva appena 7 mesi.

Quella sera, all’interno dello sportello della ruota dell’Ospedale si trovava Giuseppe Sebaste, ancora senza nome e con le prospettive infelici di ogni trovatello come lui. Sì, perché il fondatore della nostra azienda di famiglia vide la luce in una sera d’ottobre di quasi centosessant’anni fa, e fu abbandonato.

Come spesso capitava a quel tempo, chi si trovava in condizione di non poter tener con sé un bambino appena partorito aveva la possibilità di lasciarlo presso la ruota dell’Ospedale. In questo modo qualcuno se ne sarebbe preso cura, assicurandogli un futuro di sopravvivenza. Di solito il neonato aveva con sé poche, piccole cose. Un biglietto, a volte. In altre occasioni un piccolo corredo, composto da qualche straccio e oggetti di scarso valore.

Il corredo del piccolo Giuseppe era anomalo: c’erano abitini, cuffiotti e una croce d’oro appesa al collo con un sottile nastro di seta. C’era anche un biglietto, con parole scritte su entrambe le facce. Su un lato recitava: Ernesto. Sull’altro: nato allì il 23 8bre 1861.

In famiglia ci siamo spesso chiesti chi fossero i suoi genitori, come fosse venuto al mondo e perché la sorte gli avesse giocato quel brutto tiro. Perché abbandonare un bambino, quando il corredo sembrava testimoniare grande agiatezza? Non era consueto che vi fossero così tanti abitini, pezze e cuffiotti, e non era consueto rinvenire gioielli di pregio al collo di un neonato abbandonato. In famiglia abbiamo fantasticato a lungo su quel corredo così particolare e sulle origini di Giuseppe… Figlio di un nobile al seguito dei Savoia, che spesso si trovavano a viaggiare nelle nostre zone? Non lo sapremo mai. Quel che sappiamo è che quella notte Giuseppe venne portato in parrocchia e ricevette dal sacerdote il nome con cui lo chiamiamo ancora oggi, e un cognome che sarebbe poi diventato sinonimo di Torrone, in Piemonte e non solo.

Che profumi hanno accompagnato la vita di Giuseppe? Senza dubbio quelli dei dolci, gli aromi invitanti e avvolgenti della pasticceria in Alba dove lavorò come giovane garzone. Gli stessi profumi che poi, per dare una svolta al proprio destino, lo avrebbero accompagnato quando decise di mettersi in proprio.

Era il 1885. Non poteva permettersi di acquistare mandorle per sfornare il torrone che aveva in animo di produrre. Fece una cosa che, da lì in avanti, sarebbe diventata in qualche modo la cifra della storia della nostra azienda di famiglia: fece di necessità virtù.

Ma questa, come si suol dire, è materia per un altro racconto…